Ho letto da qualche parte: la musica ci insegna a stare.
Sto bene, sto con te, sto qui, sto per compiere 35 anni e se mi guardo indietro adesso, mi rendo conto che la musica è stata una delle poche costanti della mia vita. Presenza preziosa, silenziosa e ingombrante, appiglio e travaglio. Oggi ti racconto 5 cose che la musica mi ha insegnato nel corso di questi anni.
1 Mi ha insegnato a parlare
Se hai avuto mai l’immenso piacere di sentirmi parlare, di scoprirmi nei momenti in cui sono arrabbiata, stanca, ansiosa, pigra, mi avrai sicuramente sentito inciampare in qualche vocale o consonante. In questi lunghi anni di cazzotti con la balbuzie in cui ho vinto sempre io, la musica ha saputo cancellare ogni fatica, insegnandomi a respirare, mettere in ordine le lettere nel loro spazio e nel loro tempo, a riprendermi il mio suono. Perché è proprio questo ad avere un potere enorme: liberarmi, insegnandomi a parlare con coraggio ma soprattutto a non avere paura di farlo.
2 Mi ha legato alle persone
Non riesco a ricordare un solo momento della mia vita che non abbia avuto la sua colonna sonora. Ogni esperienza, ogni fase, ogni volto che ho incontrato è legato alla musica in modo profondo, quasi viscerale. La musica ha fatto da collante nei momenti più belli, ma anche in quelli più devastanti, anche in quelli in cui non sapevamo come dirci le cose. Ha saputo custodire i silenzi, reggere le distanze, tradurre l’indicibile. Molto spesso era lei a parlare per me, a dire ciò che non trovava strada nella mia voce, a consegnare un messaggio che da sola non sarei mai riuscita a formulare. Tutte le persone importanti nella mia vita hanno una canzone che mi lega a loro per sempre, anche quelle lontane e che non rivedrò mai più.
3 Mi ha insegnato ad ascoltare
Chi mi conosce lo sa, non parlo molto. Di solito ascolto. E mi piace anche tanto. Ascoltare davvero per me significa sospendere il giudizio, mettere da parte l’urgenza di dire, di riempire, di spiegare, fare spazio. Ho capito che anche la voce è uno strumento e imparare a usarla quando serve può diventare un vero e proprio superpotere. La musica mi ha insegnato proprio questo: che non tutto va detto, ma tutto può essere ascoltato. E che, a volte, stare zitti è il modo più profondo di esserci.
4 Mi ha insegnato a ricordare
Mi piace dire spesso che le canzoni sono come fotografie. Hanno una capacità straordinaria: evocano ricordi come se aprissero un varco, una crepa nel tempo, e da lì ti riportano indietro. Restaurano il passato con una forza quasi spiazzante, senza chiedere permesso. È incredibile come basti un solo brano per ritrovarti, di colpo, dieci anni fa in un luogo che avevi dimenticato, con una persona che credevi sparita, in una sensazione che non sapevi più nominare. E non serve che quel ricordo sia importante nel senso classico del termine. Non deve essere un grande evento o un momento solenne: basta che sia tuo. Perché la musica non seleziona i ricordi più perfetti o spettacolari, ma quelli più autentici. Quelli in cui, anche senza saperlo, eri davvero te stesso.
5 Mi ha insegnato a essere estremamente felice, ma anche profondamente triste
Io lo so che la musica non ha mai avuto paura delle emozioni. Non le ha mai nascoste, addolcite, smussate per renderle più digeribili. Anzi, le ha sempre messe al centro, nel piatto: crude, sincere, a volte perfino scomode. Mi ha insegnato che sentirle tutte, anche quelle che fanno male, è l’unico modo per sentirsi vivi davvero. A non scappare dalla tristezza e a non temere la felicità, neanche quando sembra troppo grande per contenerla.

